PROTOCOLLO per la prevenzione e il contrasto al BULLISMO e al CYBERBULLISMO

Approvato dal Collegio Docenti del 26 giugno 2024 con delibera n. 42

 

SOMMARIO

FINALITÀ

PROTOCOLLO IN CASO DI ATTI DI BULLISMO E DI CYBERBULLISMO

STEP 1. PRIMA SEGNALAZIONE

STEP 2. VALUTAZIONE APPROFONDITA

STEP 3. GESTIONE DEL CASO

3.1 APPROCCIO EDUCATIVO CON LA CLASSE.

3.2 INTERVENTO INDIVIDUALE.

3.3 GESTIONE DELLE RELAZIONI

3.4 COINVOLGERE LA FAMIGLIA

3.5 SUPPORTO INTENSIVO A LUNGO TERMINE E DI RETE

STEP 4 MONITORAGGIO

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

SITOGRAFIA

 

FINALITÀ

Obiettivo di questo protocollo è quello di definire le modalità operative per prevenire, individuare, affrontare e contrastare tutte le forme di bullismo e cyberbullismo che possono presentarsi a scuola.

 

PROTOCOLLO IN CASO DI ATTI DI BULLISMO E DI CYBERBULLISMO

Il protocollo d’azione si configura come una procedura di “prevenzione indicata” da seguire nella gestione di presunte azioni di bullismo, cyberbullismo e vittimizzazione avvenute all’interno dell’Istituto.

La procedura prevede quattro fasi:

  1. raccolta della segnalazione e presa in carico del caso;
  2. approfondimento della situazione per definire il fenomeno; 3. gestione del caso e scelta degli interventi più adeguati da attuare;
  3. monitoraggio della situazione e dell’efficacia degli interventi.

Si veda lo schema riportato nel seguito.

Prot.Cyberbullismo 0

 

STEP 1. PRIMA SEGNALAZIONE

  • La scheda di prima segnalazione ha lo scopo di accogliere tempestivamente la segnalazione del presunto caso di bullismo e cyberbullismo in modo da poter prendere in carico la situazione. Serve, quindi, ad attivare un processo di attenzione e di successiva valutazione in modo tale che tutte le potenziali situazioni di sofferenza non vengano sottovalutate e ritenute erroneamente poco importanti.
  • La scheda può essere compilata da qualsiasi persona interna o esterna alla scuola.
  • La scheda di prima segnalazione (Allegato 1 in calce al presente protocollo), è disponibile in formato cartaceo all’ingresso di ciascun plesso dell’istituto.

La scheda cartacea compilata va inserita nell’apposito contenitore con la scritta “STOP al Bullismo” presente all’ingresso di ciascun plesso. Al termine della mattinata, il referente di plesso o, nel caso in cui non sia in servizio, il suo vice, raccoglie e trasmette quanto pervenuto, in busta chiusa, al plesso di via della Montagnola e lo consegna ad un membro del Team Antibullismo in servizio quel giorno.

  • Il Team antibullismo si compone di Dirigente scolastico, vicario, referente per il bullismo-cyberbullismo, animatore digitale, psicologo d’istituto.
  • Una volta ricevuta la scheda, il componente del Team antibullismo, informa i restanti membri del Team, il coordinatore di classe della vittima e quello del bullo/i e il Dirigente o il Vicario.

 

STEP 2. VALUTAZIONE APPROFONDITA

  • Il passo successivo alla prima segnalazione consiste nello svolgere una valutazione più approfondita dell’accaduto attraverso colloqui con le persone coinvolte.

Lo scopo è quello di valutare la tipologia e la gravità dell’episodio per poter definire il successivo tipo di intervento.

  • I colloqui vengono condotti da uno o più membri del Team Antibullismo insieme ai coordinatori di classe degli alunni coinvolti.
  • Durante i colloqui, un membro del Team Antibullismo compila la scheda di valutazione approfondita (Allegato 2 in calce al presente protocollo).
  • Questa fase si deve concludere entro 48 ore dal ricevimento della scheda di prima segnalazione da parte di un membro del Team Antibullismo.
  • I colloqui possono essere rivolti a tutti gli attori: chi ha fatto la prima segnalazione, vittima, compagni testimoni, insegnanti di classe, genitori, bullo/i. In ogni caso la prima azione deve essere orientata alla tutela della vittima, includendo, successivamente, il bullo/prevaricatore e il gruppo classe.

Il colloquio deve avvenire in luogo tranquillo e riservato.

Il colloquio deve approfondire i seguenti aspetti: l’evento (dove, quando e con quali modalità), le persone coinvolte nei diversi ruoli, la tipologia di comportamento e la loro durata.

È importante condurre il colloquio con tecniche di ascolto attivo che permettano di raccogliere le informazioni salienti in un clima sereno, senza formulare alcun tipo di giudizio. Non colpevolizzare mai le vittime. Rientrano tra le strategie di ascolto attivo le seguenti azioni: non mettere fretta, fare domande aperte senza indirizzare le risposte, riformulare parafrasando i concetti dell’intervistato per essere sicuri di aver capito bene, usare una comunicazione non verbale (volto, postura, tono della voce) che esprimano accoglienza e facilitino l’empatia e l’attenzione.

In caso di più bulli, i colloqui avvengono preferibilmente in modo individuale con ognuno di loro, uno di seguito all’altro, in modo che non vi sia la possibilità di incontrarsi e parlarsi; una volta che tutti i bulli sono stati ascoltati, si procede al colloquio di gruppo; L’incontro tra prevaricatore e vittima può avvenire solo se le parti sono pronte e il Team rileva un genuino senso di pentimento e di riparazione nei prepotenti; è importante: fare in modo di ripercorrere l’accaduto lasciando la parola al bullo/i, ascoltare il vissuto della vittima circa la situazione attuale, condividere le soluzioni positive e predisporre un piano concreto di cambiamento.

Il coinvolgimento del gruppo classe o di possibili spettatori può avvenire solo quando si rileva un chiaro segnale di cambiamento nel presunto bullo (o più di uno) e il coinvolgimento del gruppo non implica esposizioni negative della vittima, ma può facilitare la ricostruzione di un clima e di relazioni positive nella classe.

 

In generale, è auspicabile seguire il seguente schema di intervento:

  1. colloquio individuale con la vittima;
  2. colloquio individuale con il bullo o con ciascun bullo preso singolarmente;
  3. possibile colloquio con i bulli insieme (in caso di gruppo);
  4. possibile colloquio con vittima e bullo/i se le condizioni di consapevolezza lo consentono;
  5. coinvolgimento dei genitori di vittima e bullo/i.

 

Tuttavia, essendo ogni situazione di bullismo differente in termini di modalità, è opportuno valutare, di volta in volta, quale sia l’ordine più efficace.

A seguito della compilazione dell’Allegato 2, emerge il livello di rischio, che va da un livello meno grave (verde), a un livello sistematico più grave (giallo) fino ad un livello molto grave di emergenza (rosso), come graficizzato nella tabella seguente:

 

LIVELLO DI RISCHIO DI BULLISMO E DI VITTIMIZZAZIONE

LIVELLO SISTEMATICO DI BULLISMO E VITTIMIZZAZIONE LIVELLO DI URGENZA DI BULLISMO E VITTIMIZZAZIONE
Codice verde Codice giallo

Codice rosso

Situazione da monitorare con interventi preventivi nella classe

Interventi indicati e strutturati a scuola e in sequenza coinvolgimento della rete se non ci sono risultati

Interventi di emergenza con supporto della rete

 

STEP 3. GESTIONE DEL CASO

La tipologia di intervento viene scelta in funzione della gravità del caso, emersa a seguito della valutazione approfondita.

Nelle immagini seguenti sono rappresentati gli interventi a seconda del livello di gravità Se i fatti sono ascrivibili ad un livello di rischio con CODICE VERDE non si interviene in modo specifico ma il Consiglio di classe attua un approccio educativo con la classe (3.1).

Prot.Cyberbullismo 1

Se i fatti rientrano in un LIVELLO GIALLO O ROSSO si procede nel seguente modo:

  • convocazione della famiglia della vittima, da parte del coordinatore di classe: si descrivono i fatti e si fornisce supporto nell’affrontare la situazione, proponendo e concordando modalità di soluzione;
  • convocazione della famiglia del bullo, da parte del coordinatore di classe: si descrivono i fatti, si preannunciano le sanzioni disciplinari, si fornisce supporto nell’affrontare la situazione, si analizza l’eventuale necessità di supporti personalizzati;
  • convocazione straordinaria del Consiglio di classe: scelta dell’intervento da attuare, da scegliere tra le tipologie 3.1, 3.2, 3.3 e 3.4 nel caso di codice giallo, 3.2, 3.4 e 3.5 nel caso di codice rosso, scelta del tipo di provvedimento disciplinare da prendere nei confronti del bullo;
  • registrazione, ad opera del coordinatore, nei verbali del Consiglio di classe di: casi di bullismo, comminazione delle sanzioni deliberate, attività di recupero, collaborazioni con psicologo, forze dell’ordine specializzate nell’intervento per il bullismo e il cyberbullismo, enti del territorio in rete (prefetture, ecc).
  • lettera di comunicazione formale ai genitori del bullo, da parte del Dirigente, sulle decisioni prese dal Consiglio di classe;
  • eventuale denuncia all’autorità giudiziaria in caso di reato.
  • nel caso la famiglia non collabori, giustifichi, mostri atteggiamenti oppositivi o comunque inadeguatezza, debolezza educativa o sia recidiva nei comportamenti: segnalazione ai Servizi Sociali del Comune.

Prot.Cyberbullismo 2

Prot.Cyberbullismo 3

 

3.1 APPROCCIO EDUCATIVO CON LA CLASSE

L’intervento educativo con la classe può essere adottato in caso di codice verde e giallo, cioè quando:

− Tutto il gruppo-classe è stato coinvolto nell’accaduto;

− Quando il livello di sofferenza della vittima e di gravità non è molto elevato;

− Quando nel gruppo classe ci sono persone di cui la vittima si fida e che possono essere

attivate e responsabilizzate verso un’azione di supporto e di difesa della vittima stessa.

L’intervento educativo viene progettato e realizzato dai docenti del consiglio di classe degli alunni coinvolti.

Il principale obiettivo dell’intervento educativo è quello di sensibilizzare la classe verso il fenomeno del bullismo e cyberbullismo al fine di aumentare la consapevolezza relativa al fenomeno, alle emozioni e conseguenze per la vittima e l’importanza del ruolo degli spettatori passivi.

Bisogna preferire l’approccio indiretto teso a sensibilizzare la classe rispetto al fenomeno in generale, senza lavorare direttamente sul caso specifico.

 

3.2 INTERVENTO INDIVIDUALE

L’intervento individuale viene attuato nel caso dei codici giallo e rosso dallo psicologo della scuola.

Interventi individualizzati con il bullo

Il bullo necessita di un supporto al fine di: capire le conseguenze delle proprie azioni, imparare a rispettare i diritti degli altri, potenziare l’empatia nei confronti degli altri, controllare la propria rabbia e impulsività, trovare modi positivi per avere l’attenzione dei pari e affermarsi nel gruppo. I precedenti obiettivi possono essere raggiunti attraverso colloqui di responsabilizzazione, colloqui riparativi e interventi psico-educativi realizzati dallo psicologo della scuola integrati eventualmente da approcci disciplinari attuati dai membri del consiglio di classe.

Interventi individualizzati con la vittima

La vittima ha bisogno di supporto per: gestire le sue emozioni negative (paura, vergogna e senso di colpa), rielaborare l’esperienza, rispondere in modo assertivo alle prepotenze subite, sviluppare fiducia nelle proprie potenzialità e credere che il bullismo possa terminare ed essere risolto. I precedenti obiettivi possono essere raggiunti attraverso colloqui di supporto e interventi psico-educativi realizzati dallo psicologo.

 

3.3 GESTIONE DELLE RELAZIONI

Si ricorre alla gestione delle relazioni nel caso di codice giallo e se ne occupa lo psicologo d’istituto.

Si possono adottare due approcci: uno orientato alla mediazione, l’altro definito dell’interesse condiviso.

La mediazione permette di arrivare con successo alla risoluzione costruttiva del problema, esplorando le cause del conflitto e promuovendo una soluzione condivisa da entrambe le parti. Prevede di preparare gli studenti, attraverso colloqui individuali, ad un incontro condiviso finalizzato a trovare una soluzione di soddisfazione reciproca. Tale metodo non si deve utilizzare nei casi gravi con codice rosso, se c’è una forte disparità tra vittima e bulli e neppure nel caso in cui non si ravvisi il pentimento nel bullo nè la volontà di cambiamento.

Il metodo dell’interesse condiviso è adatto ai casi di bullismo di gruppo, utilizza un approccio non punitivo con gruppi di studenti sospettati di aver messo in atto prepotenze verso altri e può prevedere anche il coinvolgimento di altri ragazzi non direttamente coinvolti, ma potenziali spettatori. Permette la ricerca di una soluzione al problema del bullo e della vittima attraverso una serie di colloqui di coloro che sono coinvolti. Anche questo approccio non è adatto ai casi più gravi.

 

3.4 COINVOLGERE LA FAMIGLIA

La famiglia deve essere convocata tempestivamente dal Dirigente scolastico, come previsto dall’art.5 della legge 71/2017, quando si viene a conoscenza di atti di bullismo e cyberbullismo conclamati, cioè casi con codice giallo o rosso. Nel caso di casi con codice verde si può procedere con più calma ad una valutazione più approfondita e poi decidere se è necessario convocare la famiglia o meno.

Gli obiettivi sono di tipo informativo e costruttivo. Nel primo caso la famiglia viene convocata a colloquio perché fonte di informazioni utili a capire la situazione o perché deve essere informata degli accadimenti. Il secondo obiettivo è costruttivo, cioè la famiglia viene convocata a colloquio per definire le azioni di intervento e successivamente per monitorare i cambiamenti dopo l’intervento.

 

3.5 SUPPORTO INTENSIVO A LUNGO TERMINE E DI RETE

Il supporto intensivo a lungo termine e di rete deve essere attivato in presenza di un codice rosso cioè nei casi in cui il livello di sofferenza della vittima, di compromissione del bullo e di gravità di quanto è successo è tale da dover attivare un supporto specialistico esterno.

Questo intervento viene attivato dal Dirigente coinvolgendo la famiglia.

I servizi di rete sono: servizi sanitari territoriali, servizi sociali territoriali, pronto soccorso ospedaliero, polizia postale, polizia e carabinieri, ciascuno per le proprie competenze, a seconda delle situazioni.

 

STEP 4. MONITORAGGIO

Il monitoraggio è la fase finale del processo che permette di verificare la presenza di cambiamenti a seguito dell’intervento/degli interventi messi in atto.

Il coordinatore di classe compila la scheda di monitoraggio (Allegato 3 in calce al presente protocollo), dopo una settimana, cioè procede ad un monitoraggio a breve termine che permette cioè di capire se la situazione è migliorata o se sono necessarie azioni aggiuntive; dopo 1 mese effettua il monitoraggio, detto a lungo termine, che permette di verificare se il cambiamento ottenuto a seguito dell’intervento si mantiene nel tempo e ne tiene traccia compilando sempre l’Allegato3.

Se il monitoraggio evidenzia che la situazione non è risolta, allora il processo deve iniziare da capo.

 

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

  • 13 Aprile 2015 – Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo.
  • 29 maggio 2017 – Legge n.71 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”;
  • Ottobre 2017 – Aggiornamento Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo
  • 20 Agosto 2019 – Legge n.92 sull’Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica
  • 13 Gennaio 2021 – Decreto n.18 Aggiornamento delle linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del Bullismo e del Cyberbullismo e relativa Nota.
  • 19 Dicembre 2022 – Indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici in classe

 

SITOGRAFIA